Migratory Nest è un workshop di più giorni nato dall'incontro tra Talking Hands e i servizi educativi del Palladio Museum. Facendo propria l'idea di museo aperto, il Palladio Museum aveva sviluppato un programma intitolato Palladio abbatte i musei, avvicinando l'architettura e altri linguaggi visivi a bambini di quartieri periferici della città con poche o nessuna opportunità di frequentare il museo.
Nel caso di Migratory Nest il contesto era quello del summer camp organizzato all'interno dell'istituzione. Il progetto nasceva dalla volontà di raccontare i fenomeni migratori - spostamenti estesi di animali, di persone, di idee e di forme architettoniche - a un gruppo di bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni.
Si decise di limitare le informazioni esplicite del racconto al movimento ciclico, verso nord e verso sud, che ogni anno gli uccelli migratori compiono alla ricerca di luoghi più caldi e accoglienti, e alla loro straordinaria capacità di orientarsi seguendo rotte sicure attraverso continenti e oceani. Dopo aver individuato gli aspetti più significativi del fenomeno, insieme allo staff del museo abbiamo montato mappe, fotografie aeree e filmati in una presentazione da condividere e commentare con i bambini al primo incontro. In parallelo, abbiamo ideato 4 tipologie di nido e realizzato dei kit di montaggio in modo che ogni bambino potesse comporre in autonomia il proprio. Oltre all'assemblaggio di elementi di legno, ogni nido prevedeva di essere decorato con pattern colorati mediante l'utilizzo di vernici ad acqua.
L'intervento di make-up grafico è stato coordinato da Sheriffo Darboe, artista e richiedente asilo gambiano che con una dimostrazione dal vivo ha insegnato ai bambini come realizzare dei motivi geometrici policromi con il semplice impiego di scotch di carta e pennelli. L'idea di realizzare una serie di microarchitetture da appendere agli alberi o alle case per offrire aree di sosta agli uccelli migratori ci è sembrata funzionale al racconto di come l'uomo, proprio come gli uccelli (anzi, più ancora di loro), possieda una straordinaria capacità di adattamento ai diversi ambienti e reagisca alle trasformazioni e ai pericoli del luogo in cui vive spostandosi, mutando le proprie abitudini e assorbendo nuove culture.
A sottolineare l'alto valore simbolico del nido, inteso sia come casa d'origine sia come rifugio temporaneo, e l'importanza di ampliare le proprie coordinate culturali conoscendo altre culture, nelle fasi di realizzazione delle casette per uccelli sono stati coinvolti professionisti provenienti da luoghi diversi. Al termine del laboratorio, un corteo colorato di bambini, accompagnato da noi, ha raggiunto un parco cittadino e appeso i nidi agli alberi. In questo modo l'iniziativa ha avuto una visibilità pubblica, la creatività del design è uscita dal luogo a essa deputato contribuendo a valorizzare un ambiente cittadino altrimenti trascurato, e soprattutto offrendo dei nuovi e pratici nidi agli uccelli di passaggio.