COMMUNITY WORK
La nostra filosofia ha origine negli spazi di democrazia dove il design risponde ai bisogni reali dei partecipanti.
Tra Romanelli Family (Novecento, Hotel Flora, Casa Flora) e Talking Hands una visione condivisa, che fa della sostenibilità, della cultura contemporanea, dell’inclusione, dell’artigianalità, del territorio i propri vessilli, e un incontro casuale e virtuoso in un mercato. Quella visione in poco tempo genera un progetto: una capsule collection targata Talking Hands per la Romanelli Family, che fa conoscere le meraviglie sartoriali realizzate dai migranti ai tanti ospiti che i Romanelli accolgono nelle loro dimore.
La neonata capsule collection si chiama Mixité e fa dell’unicità un vanto. Letteralmente: non c’è un capo uguale all’altro, un mash up di stoffe provenienti da luoghi diversi. Anche con lo stesso cartamodello, il risultato è diverso a seconda della mano del sarto e del tessuto impiegato. Una delle sorprese è che i pezzi della collezione sono double-face e unisex. Da un lato le stoffe wax, dall’altro lato, materiali preziosi provenienti dal Lanificio Paoletti, azienda fondata nel 1795, che da dieci generazioni lavora la lana delle Prealpi bellunesi, follata senza sbiancanti, ne coloranti e a chilometro zero.
Woven stories è una serie di sedute e complementi d'arredo realizzati dallo Studio Zanellato Bortotto in collaborazione con Talking Hands. Il progetto nasce da una serie di schizzi e idee su carta, condivise e sviluppate in stretto contatto con gli artigiani. Un percorso creativo inedito e particolare, dove lo scambio di saperi e conoscenze ha dato forma a prodotti unici e complessi, ma dall’aspetto amichevole e vivace. Woven stories è parte di un percorso che parla di inclusione e creatività, e di come quest’ultima possa divenire un elemento di contaminazione fondamentale per aprire nuovi dialoghi e superare le barriere della quotidianità.
“Rifùgiati” è una collezione di micro-spazi, ideati per bambini, dalla forte connotazione grafica realizzata da Talking Hands in collaborazione con il designer Matteo Zorzenoni. Materiali di riciclo vengono valorizzati da texture dei paesi d’origine reinterpretate in chiave contemporanea dando vita così a delle micro architetture domestiche.
Consegnare gli artefatti a domicilio è diventata una consuetudine di Talking Hands. Gli oggetti che realizziamo vengono trasportati "a braccia" lungo la strada, occasione per delle camminate di quartiere nelle quali sondiamo "con gli occhi" il territorio. Queste azioni consentono di entrare a contatto diretto con persone che inizialmente non si avvicinerebbero al progetto, di avere uno scambio per facilitare la comprensione reciproca, un dialogo interculturale ed estendere il processo di design attraverso una visione progettuale più ampia.
__________________________
Abbiamo creduto importante aderire a una rete di solidarietà con chi sta cercando delle nuove e più efficaci modalità per praticare l’accoglienza. Sulla base di questa esigenza è nato "Side by Side", nuova piattaforma politica che cerca di abbattere vecchi schemi ideologici e culturali per costruire un fronte comune che si opponga alla crescita di sentimenti di ostilità o peggio di manifestazioni dichiaratamente razziste. Siamo convinti sia necessario fare uno scatto culturale, e per farlo sia necessario unirci a tutte quelle persone che pur provenendo da diverse esperienze politiche e associative rigettano tutte le forme di discriminazione sociale, di classe e di genere.
Corsi di italiano e di prima alfabetizzazione gratuiti rivolti al gruppo di lavoro che si svolgono grazie a un gruppo di volontari di Auser Cittadini del Mondo. Due lezioni alla settimana per un gruppo di circa 15 allievi. Il corso si svolge all’interno dell'atelier e nasce come risposta ad una richiesta specifica da parte dei partecipanti al progetto. Nato come corso di alfabetizzazione di base, i moduli didattici sono stati concepiti cercando di facilitare l'apprendimento delle terminologie tecniche e i verbi collegati ai diversi ambiti disciplinari. Di fatto, in risposta ad un bisogno specifico e concreto, la lingua viene più facilmente appresa e acquisita.
Il Gilet alta visibilità, oggetto solitamente neutro, incentrato esclusivamente sulla funzionalità, viene personalizzato per acquisire valore estetico e rendere più consapevole chi lo indossa. L’uniforme – che nella letteratura sulla moda è spesso studiata come elemento che segnala identità e appartenenza a una comunità – assume un significato ulteriore: un abito da lavoro, nato per rendere facilmente individuabile e riconoscibile chi lo indossa, si trasforma in un indicatore di visibilità per quel gruppo di individui – come i rifugiati e i richiedenti asilo – che la società tende a ignorare o a fingere di non vedere.
Un grande tappeto di denim blu, è l'opera collettiva che Talking Hands ha realizzato nel corso dell'estate 2017 nel parco di via Dalmazia a Treviso. Lì, tutte le settimane, al momento in cui i richiedenti asilo e rifugiati si insediavano per proseguire l’opera, venivano avvicinati in modo spontaneo da numerosi cittadini, entusiasti di contribuire all’opera. Il grande planisfero incarna il mondo e costituisce una cartografia dell'esistenza, una testimonianza del viaggio e dell'arrivo in un nuovo continente. La scelta di questo oggetto, presente in ogni casa, gli conferisce uno status universale.